Il Centro d’ascolto Emmaus, tra lockdown e ritorno alla normalità
Un lento ritorno alla normalità, non del tutto però completato. Sono stati mesi complicati e convulsi quelli vissuti dal Centro d’Ascolto Emmaus di Trofarello. Nonostante la paura per il coronavirus, non era pensabile che attività e iniziative potessero stare a lungo ferme. Lo racconta bene la presidentessa Marilena Palazzo: “Non appena è stato imposto il lockdown abbiamo chiuso il Centro d’Ascolto, ma lo stop per noi è durato appena una settimana. Siamo stati in qualche modo costretti a riaprire perché sono state tante le telefonate di richiesta d’aiuto che abbiamo ricevuto. Prima dello scoppio della pandemia le famiglie che seguivamo erano 110, nei mesi di chiusura forzata abbiamo invece registrato un aumento del 10/15% dei nuclei familiari che necessitavano di aiuto”.
Continua a raccontare la presidentessa del Centro d’Ascolto Emmaus: “Tra le attività che ha sempre svolto storicamente il nostro Centro, oltre a quella di ascolto, ci sono anche quelle di distribuzione alimentare, di pagamento delle bollette, di microcredito e prestito d’onore, di raccolta vestiti. Non è stato quindi difficile per noi adattarci a questo nuovo contesto. E così una volta avute le autorizzazioni alla circolazione da Comune e forze dell’ordine i nostri volontari hanno potuto iniziare a operare e dare il loro contributo. Successivamente ci siamo organizzati e siamo riusciti a fare la distribuzione non più una volta alla settimana come da nostra tradizione, ma due. E cosa importante siamo riusciti a farla sempre all’aperto in un prato adiacente alla parrocchia. Ovviamente era tutto organizzato perché non si creassero assembramenti: tutti avevano un orario prestabilito a cui attenersi. I volontari coinvolti avevano poi i necessari dispositivi di protezione individuale per poter operare in sicurezza”.
Palazzo elogia il contributo offerto da Trofarello e dai suoi abitanti: “La comunità ha risposto subito e sono state tante le donazioni che abbiamo ricevuto. Oltre ai privati, anche le aziende hanno dato una mano: una di queste ad esempio ci ha fatto una donazione importante, quasi 5.000 euro in alimenti”. C’è stato un aumento anche dei volontari. Sempre Palazzo: “All’inizio mi sono stupita anche io: è stata una cosa davvero bella da vedere, poi in un momento così difficile. Molte di questi nuovi volontari poi non erano in alcun modo legati al mondo della Caritas, semplicemente si sono offerti di dare una mano. È stata una cosa importante perché molti dei nostri storici volontari avevano un’età avanzata che non avrebbe permesso loro di agire in quei giorni. Ora la mia speranza è che molti di questi volontari nuovi rimangano a darci una mano anche ora che la situazione si sta normalizzando”.
Palazzo infine parla della riapertura del Centro di Ascolto: “Non avverrà prima di settembre. Siamo in attesa di conoscere indicazioni. In ogni caso c’è un numero di telefono dedicato per poter comunque continuare a offrire alle persone un luogo seppur non fisico dove esprimere i propri problemi e bisogni”.
da Voltolive: Il portale multimediale del Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Torino